Molti aspiranti traduttori cadono in una trappola comune: “L’importante è imparare bene l’inglese (tedesco, cinese…), con l’italiano me la cavo comunque.”
L’italiano, la propria lingua madre, viene spesso percepito come qualcosa di “naturale”, uno strumento che si usa automaticamente e che si presume di conoscere “alla perfezione”. Ma questo è uno dei più grandi errori della professione: trascurare la lingua madre significa condannarsi a un limite professionale e a errori che possono compromettere anche il miglior lavoro di traduzione.
🔹 Perché il traduttore deve padroneggiare l’italiano
Il traduttore è come un architetto e un artigiano insieme: può costruire la struttura del testo con precisione, ma senza la finezza della lingua, quel testo resterà grezzo, inabitabile.
Una frase storta, una parola scelta male, un tono dissonante — e il lettore avverte immediatamente che qualcosa non funziona.
Un testo tradotto male in italiano non è solo “scomodo da leggere”: distrae, confonde e impedisce di apprezzare davvero il contenuto.
Come scriveva Italo Calvino, “la precisione non è una virtù minore della chiarezza”. Un buon traduttore non solo trasmette il senso, ma anche la naturalezza e la bellezza della lingua in cui traduce.
🔹 Gli errori più comuni di chi trascura la lingua madre
- Calchi sintattici: quando il testo “suona straniero”, perché riprende troppo fedelmente la struttura dell’originale.
- Scelta imprecisa delle parole: un termine sbagliato o un registro inadeguato può cambiare completamente il tono e il significato.
- Errori grammaticali e di punteggiatura: rovinano la credibilità del traduttore e rendono il testo meno professionale.
Gli editor professionisti lo confermano: è più facile correggere un errore di senso dovuto a un fraintendimento dell’originale che sistemare una traduzione scritta in un italiano debole o sgraziato.
Oggi gli strumenti automatici possono aiutare con la traduzione “meccanica” delle parole, ma la vera valenza del traduttore umano sta nel secondo passo — trasformare quel materiale grezzo in un testo scorrevole, autentico e piacevole da leggere.
🔹 Lingua straniera e lingua madre: trovare l’equilibrio
Non basta conoscere bene la lingua straniera.
La chiave del successo sta nel mantenere un equilibrio: da una parte, la padronanza della lingua d’origine, con le sue espressioni e sfumature culturali; dall’altra, la padronanza dell’italiano — ricco, flessibile, preciso.
Ogni traduzione dall’inglese all’italiano è, in realtà, una riscrittura creativa.
Il risultato finale dipende da quanto sapientemente il traduttore usa gli strumenti del proprio mestiere: le parole, la sintassi, il ritmo e lo stile dell’italiano.
E anche quando si traduce verso una lingua straniera, la comprensione profonda dei significati in italiano è indispensabile per trasmetterli con precisione e naturalezza.
🔹 Come mantenere un buon livello d’italiano
- Leggi buona letteratura. Non solo romanzi famosi, ma anche classici, saggi, articoli di qualità. Ogni testo ben scritto arricchisce il tuo lessico e il tuo senso della lingua.
- Scrivi regolarmente. Tieni un blog, prendi appunti, esprimi le tue idee online, ma fallo con cura. La scrittura consapevole è un allenamento quotidiano.
- Rileggi e correggi. Leggi i tuoi testi ad alta voce: suonano naturali? Scorrono bene?
- Collabora con editor esperti. Considera ogni correzione come una lezione preziosa. L’editing è la palestra del linguaggio.
Come diceva Umberto Eco, “la traduzione è l’arte del fallimento controllato” — ma più forte è la tua lingua madre, più perfetta sarà la tua “imperfezione”.
🔹 Conclusione
Comprendere che la crescita professionale passa attraverso il perfezionamento della propria lingua è il segno distintivo di un traduttore maturo.
Non lasciare che l’italiano diventi il tuo punto debole — rendilo invece la tua più grande forza professionale.
Perché solo con due ali — la lingua straniera e la lingua madre — un traduttore può davvero spiccare il volo. 🕊️

