È difficile crederci, ma circa ogni due settimane l’umanità perde un’altra lingua. Non si tratta solo della scomparsa di parole e regole grammaticali: se ne va un intero strato di cultura, una visione unica del mondo e l’esperienza di un popolo accumulata per secoli. E questo processo sembra essere inarrestabile.
Oggi nel mondo esistono più di 7.000 lingue, ma quasi la metà di esse potrebbe presto scomparire per sempre. In Russia, la situazione è ancora più drammatica: 138 lingue su 152 sono in via di estinzione. Alcune possono già essere considerate morte: ad esempio, l’Akkala è parlato solo da due persone nella regione di Murmansk. Può anche accadere che una lingua muoia prima dell’ultimo parlante, semplicemente perché quest’ultimo non ha più nessuno con cui parlarla.
Perché le lingue scompaiono?
Le ragioni sono molteplici. A volte accade all’improvviso, a causa di guerre, disastri o repressioni. Per esempio, nel 1932 in El Salvador, dopo i massacri, le popolazioni indigene Lenca e Cacaoper hanno smesso di parlare le loro lingue. Era una questione di sopravvivenza: la gente aveva paura di essere identificata come indiana e di essere uccisa.
Ma più spesso la lingua scompare lentamente, quasi impercettibilmente. A un certo punto, ad esempio, si comincia a credere che sia un ostacolo al successo. Quando la lingua dell’élite al potere o della maggioranza diventa più prestigiosa, più facile da studiare e fare carriera, i genitori decidono di farla parlare ai loro figli, in modo che abbiano più opportunità. Si verifica un cambiamento linguistico e, dopo una o due generazioni, la lingua madre scompare. È quello che è successo in URSS, quando a metà del XX secolo i bambini provenienti da piccole nazioni venivano mandati in collegio, dove era vietato parlare la loro lingua madre, considerandola un segno di arretratezza. I genitori, desiderosi di dare un futuro migliore ai propri figli, iniziarono a parlare loro solo in russo. Il risultato era prevedibile: decine di lingue scomparvero.

Un fatto interessante: alcuni ricercatori australiani hanno trovato un legame tra la scomparsa delle lingue e la costruzione di strade! Più strade appaiono in una regione, più velocemente le persone si trasferiscono nelle città, adottano una lingua “grande” e perdono il contatto con la loro cultura d’origine.
Si prevede che nel prossimo secolo le lingue scompariranno ancora più rapidamente di quanto non stiano facendo ora: entro il 2100, l’umanità potrebbe perdere il 20% delle sue lingue.
Si può fare qualcosa?
Si può, e alcune cose si stanno già facendo.
1. La tecnologia aiuta a imparare e preservare le lingue
Su Internet stanno nascendo progetti per l’apprendimento di lingue rare. Ad esempio, è possibile imparare il navajo o l’hawaiano su Duolingo, e Ma! Iwaidja aiuta a imparare una lingua aborigena australiana. Le comunità di parlanti si ritrovano sui social media, sui blog e sui canali YouTube dove parlano la loro lingua madre e attirano nuove persone.
2. Le scuole possono non solo uccidere le lingue, ma anche rivitalizzarle
Il gallese è quasi scomparso nel XIX secolo: il governo britannico ha cercato di sradicarlo e i bambini che lo parlavano sono stati penalizzati. Nel 1991, il gallese era parlato solo dal 18,7%! Ma poi è stata riconosciuta come lingua ufficiale, è stata inserita nei programmi scolastici, è stata promossa dai media e ora è parlata da 870.000 persone, quasi un terzo della popolazione della regione.

3. Programmi di protezione linguistica pubblici e privati
- Il progetto Russian Small Languages of Russia ha raccolto informazioni su 112 piccole lingue.
- L’Ufficio del progetto di sviluppo artico sta contribuendo a documentare le lingue non scritte, come la lingua Enets, parlata da sole 40 persone.
- La Fondazione Hans Rausing ha stanziato 20 milioni di sterline per sostenere le lingue in pericolo.
Perché è importante.
Quando una lingua scompare, scompare un intero mondo: tradizioni, storie, una particolare visione della realtà. E prima che sia troppo tardi, possiamo salvare quel mondo! La chiave è rendersi conto che ogni lingua è importante, anche se solo due persone la parlano.

